Tutto è iniziato molto seriamente: liceo internazionale a Ferney-Voltaire, laurea in relazioni internazionali a Ginevra. Poi un master in pubblicità e design a Leeds, "per riconciliarsi con la sua creatività". E centinaia di film in streaming che ha guardato durante gli studi. Alla fine dei quali c'era: la battuta! - Come ha capito durante una discussione con un amico. "Amo l'umorismo, mi piaceva la commedia come spettatore, ma non pensavo che fosse realistico farne una carriera", osserva.
Nel 2014 è entrato in scena in prima persona e da quel momento le cose si sono mosse rapidamente: prima le apparizioni alle feste dello Swiss Comedy Club, poi un concorso organizzato dalla radio studentesca Fréquence Banane (dove è arrivato secondo), un contratto come commentatore di calcio (l'altra sua passione), servizi radiofonici... E poi sono arrivati i riconoscimenti ufficiali: nel 2018 ha ricevuto il Premio d'arte della regione di Nyon per sostenere lo sviluppo del suo spettacolo sul calcio "Hors-jeu", un premio letterario in Francia.
Perché la comicità si basa anche sui testi. Scrive le sue idee, che trae dalla vita quotidiana, in un taccuino che lo accompagna ovunque, sempre, anche nel cuore della notte - poi scrive, con profondità. Senza dubbio per la sua serietà, come ha capito sua madre. "Ma devo scrivere di più", ammette, "perché ho ottenuto molto senza sforzarmi troppo".
Di solito è in scena fino a quattro volte al giorno, nella Svizzera francese, in Belgio e a Parigi. Ridere è ciò che amo di più al mondo", dice, "e far ridere la gente è come ballare con il pubblico. Ho voglia di ridere". Da quel momento in poi, è impossibile per lui stare da solo davanti a una telecamera o via Skype davanti a un pubblico virtuale.
Il Covid19 ha fermato tutto da un giorno all'altro.
Intervista: Isabelle Tasset
Foto: Eric Dervaux, Charles Nouveau, performance attoriale, Cannes, 2019
